mercoledì 15 settembre 2010

Tra supermarcati terribili e farmer market desolati

Sono passati diversi giorni da quando abbiamo scritto l'ultima volta e sì in effetti non siamo proprio loquaci, ma, e aggiungo un bel ma, non abbiamo tempo per esserlo! La mattina siamo a scuola tutto il tempo (la scuola si chiama Bell ed è veramente ottima), il pomeriggio pure e finita la scuola abbiamo i compiti da fare e dopo i compiti bisogna preparare la cena e dopo la cena....moriamo in camera a vedere un film (anche questo in inglese). Ergo, il tempo è quasi nullo e quel poco che abbiamo lo usiamo per vedere meglio Cambridge (non abbiamo ancora visitato i college più famosi!) e per scovare (scusate lo slang animalesco, ma la situazione lo impone) cibo commestibile. Eh sì perchè qua i cari amici inglesi, non hanno dei supermercati normali ma delle sorte di gastronomie di infima qualità che vendono prodotti già pronti per il micro-onde, i quali sono spacciati per essere una delle cose migliori per la tua salute (sottolineano sempre sulla confezione la quantità di vitamine presenti!!!) e per il tuo portafoglio. Terribile. Per un italiano tipo (e non stiamo parlando di noi due gastronome in progress) un incubo che si materializza passo dopo passo. C'è veramente di tutto dalle lasagne very italiane 100%, al pollo al curry, ai falafel, alla pizza, allo stufato alla Guinnes, agli involtini primavera, alla zuppa di miso, ai churros.. Tutto autenticamente trash-food. Pazzesco. In ogni caso dopo una prima settimana di autentico spaesamento e terrore al pensiero di doverci piegare alla logica inglese abbiamo trovato rifugio in una specie di farmer market della domenica, che offre ai poveri stranieri e a qualche sparuto inglese illuminato dei prodotti decenti e pare addirittura biologici. Per carità niente a che vedere con il trionfo dei nostri mercati ma insomma è sempre meglio di niente (e soprattutto piuttosto che niente, meglio piuttosto). nel nostro piccolo bighellonare abbiamo però scoperto un posticino molto carino e piuttosto economico dove trovare riparo nei giorni in cui Marcy non riesce proprio a far da mangiare (la cucina del residence occuperà un post a parte, probabilmente in quelli della sezione trash): il Rainbow restaurant cafè, ovvero l'unico ristorantino completamente biologico e vegetariano della città. Il posto è molto molto allegro con un menù che spazia in ogni continente, il personale è gentilissimo, in due parole: ci piace. Ovvio se fosse in Italia probabilmente non lo avremmo nemmeno notato, ma qui con termini di paragone uguale a zero, assume una parvenza di sano e familiare che ce lo fa piacere moltissimo.
La città nel complesso è molto carina anche se, c'è da dire, è veramente piccolina; questo week end abbiamo in programma una gita a Brighton, se il tempo sarà clemente (ah ah ecco la tipica barzelletta inglese) potremmo gioire di questa famosa cittadina a renderne conto anche sul blog.
Le foto? Abbiamo una connessione in cui paghiamo a dati, quindi per il momento niente, ma appena sarà possibile vi delizieremo con qualche primo piano di rabarbari inglesi.

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